L'ITALIA DEL RISORGIMENTO (9)




La terza guerra d'indipendenza e l'ingresso in Roma

La situazione europea offrì alla politica italiana l'occasione di riprendere la lotta contro l'Austria per la liberazione del Veneto. L'Italia si alleò con la Prussia, rivale dell'Austria in Germania, e combatté al suo fianco la guerra contro l'impero austriaco (24 giugno 1866). Sulle Alpi Garibaldi, dopo lo scontro vittorioso di Bezzecca, avanzò verso Trento. L'esercito regio invece fu sconfitto a Custoza e la flotta venne battuta a Lissa. La vittoria prussiana a Sadowa indusse l'Austria a rinunciare ad ogni ulteriore resistenza in Italia anche perché aveva patteggiato con Napoleone III la neutralità francese in cambio del Veneto. L'armistizio concluso dalla Prussia (26 luglio) costrinse l'Italia a sospendere le ostilità. L'opera di liberazione si fermò al Veneto. Garibaldi, deluso dai risultati della guerra e diffidente dei compromessi della diplomazia, cercò di risolvere la questione romana con mezzi rivoluzionari. Il tentativo di provocare un'insurrezione a Roma fallì e si concluse con il sacrificio dei fratelli Cairoli. Le camicie rosse che sotto la guida di Garibaldi avevano invaso il territorio pontificio, furono sopraffatte a Mentana (3 novembre 1867) dal corpo di spedizione inviato da Napoleone III in difesa di Roma. 
La soluzione del problema romano arrivò ancora una volta dalle vicende della politica internazionale. Il 2 settembre 1870 a Sedan i Prussiani sconfissero l'esercito francese e Napoleone III venne fatto prigioniero. Due giorni dopo a Parigi fu proclamata la repubblica. Si aprì così all'Italia  la via per Roma. Dopo una simbolica resistenza dell'esercito pontificio, le truppe italiane penetrarono nella città dalla breccia di Porta Pia (20 settembre 1870). Il 2 ottobre un plebiscito diede alla conquista la sanzione del voto popolare. A garanzia dell'indipendenza del pontefice fu emanata la legge delle Guarentige, che assicurò al papa il possesso del Vaticano, del Laterano e della Villa di Castelgandolfo, con piena immunità dalla giurisdizione dello Stato italiano (13 maggio 1871). L'Italia ebbe così la sua capitale e il ciclo del Risorgimento si poté considerare concluso.        

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