CARONA


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Carona  è una località in provincia di Bergamo, situata a 1110 metri sopra il livello del mare nel cuore delle Alpi Orobie in alta Valle Brembana. Per raggiungere Carona da Bergamo, che dista 52 chilometri, si prende la provinciale della Valle Brembana fino a Lenna. Da qui si percorre la provinciale per Foppolo fin dopo l'abitato di Branzi, dove c'è il bivio per Carona. Da Milano (100 chilometri) si prende l'autostrada A4 in direzione Venezia fino all'uscita di Dalmine, si prosegue per Villa d'Almè prendendo poi la provinciale della Valle Brembana.
Sull'origine del nome Carona gli storici non sono concordi. Esso potrebbe derivare dal latino Calauna o potrebbe essere riconducibile ad un nome di persona. Recenti studi fanno risalire i primi segni della presenza umana addirittura all'epoca etrusca. Arrivò poi la dominazione romana, che sfruttò le grandi risorse minerarie del territorio. Come per molti altri borghi vicini, si ritiene che i primi insediamenti stabili in questa zona siano riconducibili all'epoca delle invasioni barbariche, quando le popolazioni soggette alle scorrerie si rifugiarono in luoghi remoti. Il primo documento che attesta l’esistenza di Carona risale all'anno 926, anche se scarse sono le notizie fino all'epoca medievale. Si sa che il territorio fece parte del Sacro Romano Impero In seguito il borgo venne posto nel feudo della famiglia Della Torre e poi in quello dei Visconti. Documenti del XIV secolo riferiscono che Carona faceva parte di un unico comune comprendente i vicini Valleve, Foppolo, Cambrembo e Fondra, mentre nel secolo successivo fu aggregato a Branzi e Fondra a formare il comune di Valfondra Inferiore dalla cui divisione, nel 1595, nacquero i comuni di Carona, Branzi e Fondra. 
Nel corso del XV secolo Carona, dopo essere entrato a far parte della Repubblica di Venezia, fu inserito nel distretto amministrativo della Valle Brembana Oltre la Goggia, che comprendeva tutti i comuni dell’alta valle, con capoluogo posto a Valnegra. In questo periodo si sviluppò ulteriormente l’attività estrattiva, ma anche la produzione delle "piodere", cioè le pietre di ardesia utilizzate nella costruzione dei tetti. Tradizioni popolari raccontano che la zona di Carona fosse particolarmente ricca di minerali, in particolare la miniera in località Venina, tanto che era usanza dire che  la stessa da sola valeva più di tutta la Valtellina.  Con la dominazione austriaca l'economia del paese, costretto a chiudere le miniere all’inizio del XIX secolo, cadde in una crisi irreversibile. 
All’inizio del XX secolo il paese venne interessato dalla costruzione di ben dieci dighe idroelettriche, che permisero di fornire elettricità a parte della provincia bergamasca. Tra queste c'è la diga all'inizio dell’abitato, che forma il lago del paese.



Le chiese di Carona
La grande chiesa parrocchiale, al centro del borgo, è dedicata a San Giovanni Battista e conserva opere di un certo valore, come un dipinto di Carlo Ceresa e una Crocifissione attribuita a Giulia Lama. 







Merita di essere ricordata anche la chiesa vecchia (XV sec.) dedicata a S. Antonio da Padova che fa bella mostra di sé con un grande campanile in pietra all’inizio del centro abitato. Una terza chiesetta, nella parte superiore del paese, è dedicata a S. Rocco e venne edificata nel 1630, al tempo della peste, come ex voto.


Il territorio comunale, che si estende su una superficie 44,02 km2 e risulta compreso tra i 1.025 e i 2.916 metri sul livello del mare, è situato in un contesto naturalistico d'alto profilo. Permette un'innumerevole quantità di escursioni alle vette e ai rifugi più suggestivi delle Alpi Orobie. Durante il periodo invernale il paese, consorziato con i comuni vicini, vanta numerose opportunità per gli amanti dello sci alpino e sci alpinismo. Una seggiovia porta gli sciatori da Carona a 1700 m in Val Carisole, punto di partenza di 4 skilift e collegamento con gli impianti di Foppolo. L'impianto di innevamento artificiale consente di sciare anche con scarse precipitazioni nevose.
A mezz’ora di cammino dal centro abitato, salendo verso il rifugio Fratelli Calvi, si trova il caratteristico borgo di Pagliari. Si tratta di un piccolo agglomerato di case costruite in ardesia e senza fondamenta, tanto da essere chiamato la "contrada di pietra". I suoi caratteristici viottoli, la fontana e la chiesetta, dedicata a S. Gottardo protettore contro frane e valanghe, sono stati al centro di un intervento di recupero dal degrado. Ora, nonostante sia disabitato nel periodo invernale, Pagliari presenta più della metà degli edifici ristrutturati.

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