L'ITALIA DEL RISORGIMENTO (7)


La spedizione dei Mille e la proclamazione del Regno d'Italia

La situazione della monarchia borbonica era divenuta insostenibile con la Sicilia in continua agitazione. 
Il fermento rivoluzionario nell'isola persuase Garibaldi a tentare l'impresa della conquista del regno meridionale. 
Imbarcatosi con mille volontari allo scoglio di Quarto il 5 maggio 1860, sbarcò l'11 a Marsala e iniziò la marcia vittoriosa verso la conquista di Palermo. 
 L'impresa di questo pugno di volontari, che affrontava una delle maggiori monarchie d'Italia, suscitò un'ondata di commozione. 
Alle esitazioni della politica monarchica dopo l'armistizio di Villafranca, Garibaldi contrappose un suo audace piano: conquistare l'isola, proseguire la marcia sul continente, rovesciare la monarchia borbonica, puntare su Roma e di lì completare l'opera di liberazione interrotta a Villafranca. 
Vittorio Emanuele II, nel tentativo di recitare una parte nella liberazione del Mezzogiorno, affiancandosi ai garibaldini nella lotta finale contro i Borboni, varcò con il suo esercito i confini dello Stato della Chiesa, liberò le Marche e l'Umbria dalla dominazione pontificia, sconfiggendo le truppe papaline senza toccare Roma e il Lazio, protetti da Napoleone III. 
 Vittorio Emanuele II raggiunse le camicie rosse sul Volturno: Garibaldi si piegò al gesto di rinuncia e convocò i plebisciti per annessione al Piemonte. 
Muovendo incontro a Vittorio Emanuele II, Garibaldi salutò in lui il re d'Italia. Il saluto di Garibaldi fu un auspicio: il nuovo parlamento italiano, alla cui elezione avevano partecipato le province liberate, votò solennemente a Torino la proclamazione del Regno d'Italia (14 marzo 1861).  Il 6 giugno Cavour morì. Il Parlamento formulò in un voto la necessità di Roma capitale d'Italia, ma si scontrò con le esigenze della politica europea e specialmente con l'atteggiamento di Napoleone III, deciso a tutelare l'indipendenza dello Stato della Chiesa. Con un accordo con l'imperatore il governo italiano ottenne il ritiro delle truppe francesi da Roma, ma si impegnò a impedire ogni attentato alla sicurezza dello Stato pontificio. La capitale venne trasferita da Torino a Firenze (15 settembre 1864).  

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