INCONTRI RAVVICINATI CON MEDUSE E PESCI RAGNO

 Con l'arrivo dell'estate, iniziano i bagni al mare e incontrare una medusa o un pesce ragno non è poi così infrequente.  
Il primo suggerimento è quello di rimanere calmi, infatti è vero che gli " incontri" sono dolorosi , ma non si muore a contatto con questi animali, almeno non con le meduse e con i pesci ragno presenti nei nostri mari.
Le meduse non pungono e non mordono, ma provocano un’irritazione della pelle in seguito al contatto con i loro tentacoli.
Inizialmente il contatto origina un dolore “bruciante” per i frammenti di tentacolo lasciati sulla pelle. Subito dopo si sviluppa un’orticaria dolorosa simile a un’ustione, accompagnata da gonfiore, rossore, vescicole e bolle.  
Nella maggioranza dei casi la soluzione è semplice. Si dovrà lavare subito e ripetutamente con acqua di mare l’area interessata e asportare con delicatezza i residui di tentacolo. 
Poi si potrà tamponare la parte con acqua e aceto per calmare il dolore. Nel caso non fosse disponibile l'aceto,  si può provare con l'ammoniaca. 
In generale è bene rivolgersi al medico, che potrebbe prescrivere un anestetico locale ed eventualmente cortisonici e/o antistaminici (in pomata con copertura della lesione con garza sterile e non esposizione al sole), il trattamento antitetanico (il rischio tetano c’è per ogni tipo di contatto con animali) e un antibiotico per ridurre il rischio d’infezione.
Il contatto a livello oculare può dare congiuntiviti, ulcerazioni della cornea e gonfiore delle palpebre. In questo caso è bene portare rapidamente il soggetto interessato all'ospedale per un controllo medico.
Raramente, in soggetti particolarmente sensibili,  può verificarsi una reazione allergica grave con shock anafilattico. Ovviamente è necessario chiamare un ambulanza e cercare di praticare un massaggio cardiaco.


Il pesce ragno o tracina si trova nei fondali bassi e sabbiosi, per cui è facile imbattersi in questo animale soprattutto nel mar Adriatico. 
Il pesce ragno si mimetizza sotto la sabbia e capita di mettere il piede o la mano sopra la sua pinna dorsale dotata di  aculei (spine) che rilasciano un veleno che determina un dolore molto forte, acuto che insorge quasi subito dopo la puntura e, senza cure, dura alcune ore. Inoltre, dopo la puntura, la parte interessata comincia a gonfiarsi. A dolore e gonfiore, possono aggiungersi formicolio e riduzione della motilità dell’arto interessato e disturbi della sensibilità cutanea della zona prossima alla puntura.
La soluzione è quella di uscire dall’acqua, togliere subito eventuali anelli (se la parte interessata è la mano) e asportare eventuali pezzetti delle spine dorsali. 
Lavare la parte ed immergerla in un contenitore d’acqua calda al limite della tollerabilità per circa 30-60 minuti poiché il veleno di questo pesce è inattivato dal calore. 
Se non è disponibile dell’acqua calda, si può iniziare ad alleviare il dolore mettendo la parte a contatto con la sabbia calda della spiaggia. 
Nei casi più gravi è possibile incorrere anche in nausea, vomito e febbre. In ogni caso è sempre meglio consultare il medico per valutare l’opportunità di una profilassi antitetanica o di un trattamento con cortisone e/o con antibiotici orali.

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