L'ITALIA DEL RISORGIMENTO (5)



Cavour e la preparazione dell'Unità

La grande intuizione di Cavour fu quella di fare del problema italiano un problema europeo. Per questo spinse il Piemonte a intervenire nel primo conflitto internazionale dopo il '48: la guerra di Crimea. Sui campi di Crimea Cavour cercò l'alleanza con Francia e Inghilterra e ottenne di essere presente al Congresso di Parigi dove pose sul tappeto la questione italiana. La politica di Cavour che presentò l'Italia  come il campo più adatto per la progettata revisione dei trattati del 1815,  offrì a Napoleone III la possibilità di prendersi una rivincita della sconfitta di Napoleone I, abbattendo il sistema uscito dal Congresso di Vienna e di fare della Francia l'arbitro e la guida del nuovo ordine europeo. 
Mazzini, preoccupato dei successi piemontesi che avviavano il problema italiano a una soluzione monarchica, promosse la ripresa dell'azione rivoluzionaria. Maturò così il progetto di insurrezione in diversi punti della penisola. Ma le sommosse tentate a Genova e Livorno caddero nel vuoto, mentre la spedizione effettuata da Carlo Pisacane a Sapri, sulle coste calabre, venne sopraffatta dalle forze borboniche (28 giugno 1857) e si concluse con la fucilazione del suo eroico condottiero. Nel gennaio 1858 il fallito attentato di Felice Orsini contro l'imperatore francese convinse Napoleone III ad assumere l'iniziativa per prevenire il pericolo di una ripresa rivoluzionaria in Italia. Il 21 luglio 1858 Cavour e Napoleone III si incontrarono a Plombieres per stabilire i termini dell'alleanza. L'imperatore si impegnò a cacciare gli Austriaci dall'Italia e a creare, con l'annessione del Lombardo-Veneto al Piemonte, un grande Regno dell'Italia Settentrionale, che doveva costituire il nucleo principale di una confederazione italiana posta sotto l'influenza francese.  

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