MESOLA E IL SUO DIALETTO

Non so quante persone abbiano letto un libro scritto nel 1905 da Edmondo De Amicis dal titolo "L'idioma gentile" che può essere considerato la prima guida italiana al parlare e allo scrivere di grande successo popolare.

De Amicis utilizza brevi racconti, aneddoti e dialoghi per dimostrare che il sapersi esprimere in modo corretto non è un problema solo degli scrittori, dei giornalisti o degli insegnanti, ma di tutti i cittadini.

Nel testo è riportato, tra l'altro, un immaginario dialogo tra la lingua italiana e il dialetto piemontese, ma, come l'autore stesso scrive, "può stare benissimo con qualunque altro dialetto d'Italia..."

(LA LINGUA): Buon giorno, fratello. Tu hai la cera rannuvolata.

(IL DIALETTO): Me la vedo come in uno specchio, Signora; e mi duole di presentarmi a Voi in quest'aspetto.

(LA LINGUA): Perché mi chiami Signora? Altre volte ti dissi che mi piace esser chiamata sorella. La fortuna e la gloria non m'hanno fatto montare in superbia. Non siamo, tu ed io, rami dello stesso tronco? Figli della stessa madre? Legati ancora e per sempre da mille somiglianze e proprietà comuni... ?

(IL DIALETTO): Ti ringrazio, sorella illustre e venerata. Ma è proprio questo pensiero che mi fa stizzire: d'aver a che fare con una razza di ingrati i quali, disconoscendo i vincoli che mi legano a te, credono di farti onore disprezzandomi e, parlando e scrivendo in italiano, rifiutano un monte di parole e di frasi mie ... e vanno predicando ai ragazzi che, per non offenderti, debbono rifuggir da me come dalla peste..."

Da un punto di vista storico si può affermare che i dialetti non sono forme alterate e corrotte della lingua nazionale, ma “lingue sorelle” dell’italiano poiché derivano anch’essi dal latino.

Fin dai tempi dell’impero romano tutti i popoli sottomessi usavano la lingua latina. Pochi però parlavano il latino classico. Il popolo (vulgus) si esprimeva in modo semplice e con scarso rispetto delle regole della grammatica. Parlava cioè un latino che, appunto da vulgus, fu detto volgare. Nel tempo, il latino volgare subì delle trasformazioni: molte parole si modificarono nella grafia e nella pronuncia dando origine ai dialetti.

Si possono distinguere i dialetti settentrionali, che hanno subito l'influenza delle lingue galliche e celtiche, e i dialetti centro-meridionali, che hanno invece mantenuto più stretti legami con il latino.

I dialetti settentrionali si possono suddividere in dialetti veneti e dialetti gallo-italici (piemontese, lombardo, trentino, ligure, emiliano-romagnolo).
I dialetti centro-meridionali si possono suddividere in dialetti toscani, dialetti laziali-umbro-marchigiani settentrionali, dialetti laziali-umbro-marchigiani meridionali, dialetto abruzzese, molisano, campano, lucano, pugliese, salentino, calabrese settentrionale, calabrese meridionale, siciliano.

Il sardo e il friulano invece si sono formati in maniera autonoma a causa del loro isolamento,

Tutti i dialetti italiani hanno avuto il ruolo di lingua fino a quando, tra il cinquecento e il seicento, il volgare fiorentino, quello che si è discostato di meno dal latino e si è evoluto in maniera più lineare ed omogenea, è riuscito ad imporsi e a diventare lingua nazionale anche grazie agli scritti di Dante, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Guicciardini, che hanno dato a tale dialetto la dignità di “lingua letteraria” della penisola.

E così, mentre l'uso del volgare fiorentino si estendeva a tutta l'Italia, gli altri volgari continuavano ad essere parlati solo nelle zone in cui erano conosciuti.

Quindi la differenza tra lingua italiana e dialetto dipende essenzialmente dall'uso.

Il dialetto si adopera nella comunicazione familiare ed entro ambiti geografici limitati. La lingua è conosciuta e studiata all’estero ed è diffusa in una vasta area.

Il dialetto è soprattutto orale mentre la lingua è anche scritta. È vero che c'è una notevole letteratura in dialetto. Si tratta però di composizioni poetiche, canzoni, testi di spettacoli teatrali, che usando il dialetto possono avere effetti più realistici. Nessuno ha mai pensato di scrivere in dialetto libri di matematica, chimica, informatica.

Nel 1861, anno dell'unificazione, gli abitanti erano poco più di 22 milioni e il 97% parlava solo uno dei tanti dialetti d’Italia. Questo potrebbe indurre a pensare che l’italiano sia una imposizione venuta con l’Unità.
L'idea in realtà è del tutto priva di fondamento. In tutte le scuole degli stati preunitari si insegnava già nella lingua che aveva sostituito il latino, cioè l'italiano.

L’Italia è uno dei pochi casi in cui l’affermazione della lingua ha preceduto la formazione di uno stato unitario. E anche se l’unità italiana non si fosse realizzata, ugualmente lo sviluppo dell'istruzione avrebbe diffuso l’italiano. Lo parlava una minoranza perché solo pochi erano istruiti.

Questo è il motivo per cui il dialetto venne considerato, per molti decenni, come la varietà di lingua dei ceti bassi, simbolo di svantaggio sociale e di ignoranza. Attualmente si assiste a un radicale cambiamento. Sapere e usare un dialetto oggi è considerata una risorsa comunicativa in più, di cui servirsi quando occorre, per il suo potenziale espressivo.
Allora chi padroneggia uno strumento linguistico autonomo come il dialetto, lo parli senza vergogna, senza timore di sembrare “poco istruito”.


IL DIALETTO MESOLANO

Quelli che seguono sono termini oramai in disuso o quasi, che sono stati raccolti, nel tentativo di sottrarli all'oblio, da Jenny Avanzi, un'appassionata del dialetto di Mesola, comune in provincia di Ferrara nel delta del Po.
A Mesola si parla il dialetto ferrarese che, soprattutto a causa della posizione geografica, ha subito influssi veneti.
Nel dialetto di Mesola non c'è praticamente traccia di consonanti doppie e vi si ricorre (nella scrittura) solo quando si incontrano suoni chiaramente intensi, come "ssanta" (sessanta), "inssacà" (colpo subito cadendo di sedere), "fal laurar" (fallo lavorare), "in n’Arian" (ad Ariano), "ìv vandù?" (avete venduto?), "at tolt?" (hai preso?) ecc.
Le desinenze italiane dre, dro, pre, tro (padre, ladro, sempre, litro) si trasformano in ar (padar,  ladar, sempar, litar).
Le vocali E ed O possono avere un suono aperto (bel = bello, pel = pelle, fiol = figlio, comad = comodo) o un suono chiuso (stela = stella, pel = pelo, fradié = fratelli, fora = fuori, nom = nome, fió =figli).
La C è dolce (come in cenare, pulci) davanti e, i o in fine di parola (oc, Cmac), nei gruppi sci, sce (scich, scina) dove s e c conservano suoni indipendenti, è aspra (come in camera) davanti a, o, u (macar, coa, cuna).
La G è dolce (come in gente) davanti e, i (gem, bagigia) e in fine di parola (mog, mag, curag).
La S è dolce (come in “isola”) quando si trova fra due vocali (asan) o è seguita da una delle consonanti b, d, g, l, m, n e v, è aspra (come in “sale”) quando è seguita da una delle consonanti c, f, p, q e t, oppure è l‟iniziale di una parola ed è seguita da una vocale.
Il gruppo SC (pesce, sciare) non esiste e si pronuncia come s (pes, siar).
La Z dolce (zanzara) nei vocaboli come zent (gente), mez (mezzo) o aspra (pinza, forza) nelle parole come zucar (zucchero), zent (cento), piz (pizzo), mazar (ammazzare) è praticamente inesistente ed è sempre sostituita dalla lettera s, dolce o aspra.
L'infinito dei verbi in are e di quasi tutti quelli in ere terminano in ar (saltare = saltar, vedere = vedar, ma sapere = saver)
La negazione rafforzativa (brisa) occupa l'ultimo posto se negazione del verbo (a n'ag ved brisa = "non ci vedo"), altrimenti precede il sostantivo (an ghè brisa pan = "non c'è pane").

Il mesolano non ha mai avuto una forma scritta e perciò non ci sono regole codificate per farlo. I vocaboli, che seguono, sono stati scritti così come vengono pronunciati dagli abitanti, cioè nella loro forma fonetica che talvolta varia da frazione a frazione nell’ambito del comune stesso.

A
Abas
in basso
Abastanza
abbastanza
Abrazar
abbracciare
Acsì
così
Acusar
incolpare/segnare punti alle carte
Adasi
adagio
Adbanda
di lato
Agar
stufo
Agost
agosto
Ai
aglio
Albi
abbeveratoio dei cavalli
Aldamar
letamaio
Altar
altro
Ambros/a
fidanzato/a
Ambrusi
fidanzati
Amigh
amico
Amne
semi
Amsura
falce con manico lungo munito di due impugnature, una a mezza altezza e l'altra all'estremità
Anara
anitra
Andson
anice
Angunaia
inguine
Angur
ramarro
Aniè
anelli
Anzeta
caraffa
Anzul
angelo
Aposta
appositamente
Ara
aia
Arcion
con grandi orecchie
Arent
accanto
Argagn
insignificante
Argoi
orgoglio
Arloi
orologio
Armari
armadio
Armlin
albicocca
Armocia
riparo dal vento
Arsià
arso dalla sete
Arfardars
raffreddarsi
Articioch
carciofo
Arzan
argine
Asan
asino
Asè
aceto
Aucat
avvocato
Avril
aprile
Avtun
autunno
Azet
bello


B
Bac
bastone, mattarello
Bac e Pindol: gioco effettuato con due pezzi di legno, uno lungo circa 15 cm con le estremità appuntite (chiamato pindol), l'altro lungo circa mezzo metro chiamato bac; si gioca battendo con il pezzo lungo il pezzo piccolo, posizionato a terra, su un'estremità appuntita per farlo saltare, quindi lo si colpisce per lanciarlo il più lontano possibile.
Bacaiar
vociare
Bacocle
mais cotto in acqua e cenere
Badagh
sta attento!, sorveglia!
Bafa
pesce gatto
Bagai
bagaglio, cosuccia, coso (detto di persona cresciuta a stento)
Bagian
ignorante
Bagigi
arachidi
Baiar
abbaiare
Baiochi
soldi
Bala
palla
Baladur
lasciato a se stesso
Baldon
bidone immondizia
Balon
pallone. zucca
Balota
bulbo oculare, tuorlo
Bambanar
perdere tempo
Barbagig
pesce persico sole
Barbastel
pipistrello
Barbun
triglia
Barbuz
mento
Barcarol
barcaiolo
Barciuclin
basco
Baricocal
colpo dato estendendo violentemente il dito indice, facendolo scivolare sul pollice.
Barsò
pergolato
Bartagnin
baccalà
Bartin
berrettino
Barzleta
barzelletta
Barzocc
abbastanza
Basapilete
bigotto
Basar
baciare
Batisosla
lucciola
Batoc
batacchio
Batula
persona che non smette mai di parlare
Baucar
blaterare
Bazul
manico semicircolare in legno del secchio
Berta
scialletto triangolare
Biasar
masticare
Bigat
lombrico
Bigatela
verme della pannocchia
Bigul
ombelico, spaghetto
Bisaca
tasca
Bisgar
cercare
Brancaia
spazio tra le dita
Brancar
afferrare
Bravar
sgridare
Braz
braccio
Brazadela
ciambella
Bresch
asciutto
Bret
berretto
Brich
montone
Brindana
donna di facili costumi
Brisa
briciola, non, mica
Briscula
mancia
Brogna
prugna
Broz
carretto
Brucal
stiletto per maiali
Bruscanduli
germogli di rovo
Bruschet
foruncolo
Bruscle
trucioli
Brustlà
abbrustolito
Brustlin
bruciaticcio
Brustline
semi di zucca tostati
Buar
bifolco
Bucal
vaso da notte
Bucalon
persona che sta sempre a bocca aperta
Budlon
ciccione, pancione
Bufar
sbuffare
Bugà
bucato
Bugàdara
lavanderia
Bugadur
telo filtro bucato
Buganza
gelone
Bugnon
grosso foruncolo
Bumbas
bambagia
Burazz
strofinaccio
Burela
mucca da latte
Buridon
spintone
Bus/a
buco/a
Buseta/e
narice/i
Busgat
porco
Busié
bugia
Buslot
bussolotto, barattolo


C
casa
Cagapui
biancospino (pianta)
Cagatrepula
frutto del tribulus terrestris
Cagnara
chiasso
Cal
callo
Calizan
fuliggine
Calzet
calza
Calzina
calce
Calziti
calze
Camisa
camicia
Candlon
muco nasale
Canua
canapa
Canzel
cancello
Caplazz
agnolotto
Capliti
cappelletti
Capon
cappone
Capunara
stia (gabbia dei polli)
Capuz
cavolo cappuccio
Carata
carrubo
Cadnaz
catenaccio
Cargar
caricare
Castlon
 tutolo,  mais 
Castron
cicatrice
Catar
trovare, catarro
Cavaion
mucchio di spighe
Cavaleta
sgambetto
Cavdagna
passaggio tra terreni coltivati
Cavdon
attrezzo per caminetto
Cavì
capelli
Ciacarar
chiacchierare
Ciap
mollettone per capelli
Ciapar
prendere
Ciapina
molletta per il bucato
Ciar
albume, chiaro
Ciarghin
chierichetto
Ciavga
chiavica
Cino
cinema
Cio!
ehi!
Cioch
scoppio
Ciopa
coppia (pane)
Cis
tuffo
Ciuciar
succhiare
Clumbara
colombaia
Cop
tegola
Copa
nuca
Cosp/i
zoccolo/i
Crep
rutto
Clomb
colombo
Codga
cotica
Coltra
coperta di lana
Comga
cucchiaio
Cop
tegola
Corgh
recinto per chioccia e pulcini
Crica
sporcizia
Cruck
tedesco
Crucal
gabbiano
Crunicar
dormicchiare
Crustli
crostoli
Cucombar
cetriolo
Cucunà
pieno
Cuerta
coperta
Cuerc
coperchio
Culgar
coricare
Cumbinar
combinare, mettere d'accordo
Cumò
cassettone
Cumprà
comperato (non fatto in casa)
Cunin
coniglio
Cunzar
condire
Curdela
corda
Curgnol
cornetto, parte di una coppia (pane)
Curiol
solco
Curnacia
cornacchia
Curnis
cornice
Curtel
coltello
Cusin
cugino
Cusir
cucire
Cussin
cuscino
Custgnola
costina di maiale
Custiera
prato assolato
Cut
nascondino


D
Dabon
davvero
Dacat
conservare con cura
Danars
tormentarsi
Dascalz
scalzo
Dascapin
camminare con le calze
Dascus
di nascosto
Dasgagià
si è fatto furbo
Dasgranar
staccare i chicchi
Dasgrupar
snodare
Dasnar
pranzare
Deda
madrina battesimo, sorellina
Deponga
borsone
Diaul
diavolo
Did
dito
Dizembar
dicembre
Dmenga
domenica
Dsora
di sopra
Dsota
di sotto
Dsevad
insipido
Duciar
adocchiare
Duprar
usare


E
Endas
puzzare come un uovo marcio
Elma
fodera del materasso
Era?
è vero?


F
Fadiga
fatica
Falupon
imbroglione
Far
fare
Fasan
fagiano
Fasola
benda per ferite
Favar
fabbro
Favrar
febbraio
Fdar
fare le uova, covare
Fegna
mucchio di fieno
Femna
femmina
Fer
ferro da stiro
Fersa
morbillo
Fiacc
stanco
Fiap
appassito
Figà
fegato degli animali
Filarin
corteggiatore
Filò
conversazione
Fiol/a
figlio/figlia
Fisciar
fischiare
Fog
fuoco
Foi
foglio
Fola
favola
Forbse
forbici
Forma
formaggio parmigiano, grana
Forsi
forse
Fracar
pressare
Fraschin
puzzo di stoviglie mal lavate
Fuga
veloce
Fugar
soffocare
Fugarola
marinare la scuola
Fuglar
focolare
Furcon
forcone
Furmai
formaggio
Furmanton
mais
Furmiga
formica
Furnasela
forno all'aperto
Furnel
fornello
Furzina
forchetta
Furest
forestiero
Fusil
fucile
Fustagn
flanella


G
Gabana
giacca
Galana
tartaruga
Galantom
galantuomo
Galiti
solletico
Galon
anca, fianco
Ganasa
guancia
Garavlon
calabrone
Garet
tallone
Gargata
gola, ingordigia
Garofal
garofano
Garzor
pizzicore di gola
Gat
gatto
Gata
raffreddore
Gem
gomitolo
Ghega
botta
Ghigna
brutta faccia
Ghignos
antipatico
Ghiridon
comodino
Gianda
ghianda
Giandar
quercia
Giaron
ciottolo
Giavascara
intreccio
Giaz
ghiaccio
Giazol
ghiacciolo
Gnanch
neanche
Gnech
tenero
Gner
venire
Gnizola
nocciola
Gnoch
gnocco
Gnola
cantilena
Gnurant
ignorante
Goss
gozzo
Gradela
graticola
Gramustin
acino/vinacciolo
Granà
scopa di saggina per cortile
Granadel
scopa
Granar
solaio
Granf
crampo
Granz
granchio
Grapela
seme che si aggrappa ai vestiti
Grapiola
attaccarsi a qualcosa
Gratizule
sollètico
Grifa
svelta di mano
Grop
nodo
Grisola
arella
Guazza
rugiada
Gucia
ago
Guciara
cucchiaio
Guciarò
castagne secche
Gudiol
godimento
Gusa
guscio, scorza
Guzar
arrotare


H
Hui!
ehi tu!


I
Imbalzà
imbranato
Imbambì
rimbambito
Imbariag
ubriaco
Imbarlà
storto
Imbisacar
intascare
Imbroi
imbroglio
Imbrucà
colpire nel segno
Immaltanar
impantanare
Immustaciar
impiastricciare
Immusunì
Imbronciato
Impalà
immobile come un palo
Imparmantì
con brividi
Impast
ripieno dei cappelletti
Impet
dirimpetto
Impirular
attorcigliare
Impiguzar
rimpinzare
Impizar
accendere
Incandì
ingiallire con il ferro da stiro
Incantà
sciocco
Inciavà
chiuso a chiave
Incincinà
truccata
Incricar
insudiciare
Incrustlì
secca (pelle)
Incurtlà
accoltellato
Incuzì
sporco
Indafarà
affaccendato
Indov
dove
Indurmanzà
addormentato
Ingatun
a carponi
Ingosa
nausea
Ingrumà
accovacciato
Ingucià
gugliata di filo per cucire
Inquò
oggi
Inrabirs
arrabbiarsi
Insamnì
scemo
Inscurir
oscurare
Intamburì
poco pulito
Intardigars
indugiare
Intartaiars
tartagliare
Intavanà
arrabbiato
Intramez
fra
Inturtiar
attorcigliare
Invidar
avvitare
Invuiar
invogliare
Inzaplàrs
infangarsi
Isnestra
di traverso (in gola)


L
Lachet
poplite
Lagagn
lumaca
Lagarma
lacrima
Langoria
cocomero
Lanzol
lenzuolo
Lasena
ascella
Latarola
secchio del latte
Laza
laccio
Lazaron
mascalzone
Lidgà
litigio
Lievar
lepre
Lighent
aspro
Lignara
luogo dove si ripone la legna
Lot
zolla di terra
Lui
luglio
Luni
lunedì
Lugar
nascondere
Lusar
splendere
Luin
lupino
Lus
luce


M
Macar
ammaccare
Mach
zucca cotta per il maiale
Magagna
difetto
Magg
maggio
Maial
maiale
Malgar
campo di saggina
Malintaià
pezzetti  di sfoglia usati per la pasta con i fagioli
Manara
ascia con manico lungo
Manarìn
piccola ascia
Maneza
guanto con solo il pollice
Marabulana
prugna
Maranziana
melanzana
Marleta
catenaccio piatto
Marti
martedì
Marz
marzo
Masc
maschio
Masizz
massiccio
Mazlar
macellaio
Mazul
anatra maschio
Megia
muggine (cefalo)
Mercul
mercoledì
Mezdì
mezzogiorno
Mi
io
Minel
cilindro per misurare quantità
Mlon
melone
Mndal
soglia
Mnigul
ombelico
Moia
bagnata
Monza
ponticello
Mota
punto elevato
Mulena
mollica
Mulsina
salvadanaio
Muneda
moneta
Muiete
molla per camino
Mumiar
biascicare le parole
Muntà
persone che si dà delle arie
Murar
gelso (albero)
Mureta
muricciolo
Musgot
morso
Mutor
trattore


N
Naon
cavolo duro
Napa
mensola camino
Naranz
arancia
Nasar
fiutare
Nuembar
novembre
Nuod
nipote
Nusa
noce (frutto)


O
Om
uomo
Ovdur
uovo sodo


P
Paciara
pozzanghera
Paciugh
immondizia
Paia
paglia
Paion
materasso di foglie di granoturco
Palà
palato
Palandron
pigro
Palpun
tastoni (andare a )
Paltan
fango
Panà
pane bollito
Panaruz
giradito
Panza
pancia
Papariti
fagioli cotti
Parol
paiolo
Parsimbul
prezzemolo
Pasacuor
riposino
Pasgar
pesco
Patoch
bagnato, guasto
Pavron
peperone
piede
Pear
pepe
Penza
tettoia
Perdga
pertica
Pesgh
pesca
Pes
pesce
Pgnata
pentola
Picol
picciolo
Pileta
acquasantiera
Pindol
pezzo di legno appuntito
Pindul
ciondolo, stalattite di ghiaccio
Pinguel
ugola
Piola
pialla
Piomba
colpo di sonno
Pipai
tappo
Pipi
broncio
Piriot
imbuto
Pirol
piolo
Piruli
pelucchi lana
Pisalet
tarassaco
Pistagna
grande colletto
Pistagras
tagliere
Pitma
persona noiosa
Piton
tacchino
Pituli
aghi pino
Pizar
pungere
Pladura
vasca per pelare il maiale
Poar
povero
Pom
mela
Pontag
topo 
Preda
pietra, mattone cotto
Pressia
fretta
Pui
pollo
Puina
ricotta
Pulan
libellula
Pular
pollaio
Pulga
pulce
Pulpaz
polpaccio
Pumar
melo
Punciar
rammendare
Punghi
topi
Purasà
assai
Purtgaia
portico
Putin
bambino
Putoza
bambola


Q
Quaciar
coprire
Quadar
quadro
Quadern
quaderno
Querc
coperchio


R
Radic
radicchio
Ragaiola
raucedine
Rampars
arrampicarsi
Rancura
premura
Rantana
rovo
Ranzag
rancido
Recia
orecchio
Reda
rete
Rizul
truciolo
Roz
grezzo
Rubin
robinia
Ruglar
ruzzolare
Ruscarola
paletta per il pattume
Rusgnòl
usignolo
Ruviè
piselli
Ruza
rumore
Ruzna
ruggine
Ruznon
rude


S
Sabat
sabato
Saca
cartella
Salvadag
selvatico
Saltaprà
raganella
Sangiot
singhiozzo
Santars
sedersi
Santul/a
padrino/madrina battesimo
Saon
sapone
Saraca
pesce conservato sotto sale, bestemmia
Sbabi
grosse labbra
Sbadaciar
sbadigliare
Sbargar
strappare
Sbasar
abbassare
Sbasì
stupefatto
Sbracson
sapientone
sbrisar
scivolare
Sbugamà
persona senza ritegno
Sbus/a
forato/a
Scador
prurito
Scaia
sasso piatto
Scalfur
mostro
Scalinà
gradinata
Scanel
sgabello
Scapuzar
inciampare
Scar
seccare
Scarana
sedia
Scaranon
seggiolone
Scartoz
cartoccio
Scavzà
spezzato
Scet
puro
Schinch
stinco
Schivlin
schizzinoso
Scianta
gocciolina
Sciar
lavandino cucina
Sciarzar
diradare
Scicon
avaro
Scifel
fischio
Sciflar
fischiare
Scina
secchiello
Sciorbal
strabico
Sciuma
schiuma
Schitna
pioggerella
Scrol
scossa, breve acquazzone
Scuaciar
scoprire
Scudruz
osso sacro
Scumbiz
tuffo
Scupazon
sberla
Scuria
frusta
Scurtar
accorciare
Scutmai
soprannome
Selar
sedano
Setembar
settembre
Sfesa
fessura
Sfosna
fiocina
Sfundon
strafalcione
Sgadora
falciatrice meccanica
Sgagià
scaltro
Sgalton
dongiovanni
Sgantina
segatura
Sgnacar
gettare, tirare, spiattellare
Sgnacheton
filo per imbastiture
Sgombracà
sgabuzzino
Sgrandar
ingrandire
Sgranfgnìn
attrezzo per sterrare barbabietole
Sgranfiot
graffio
Sgrisule
brividi
Sghet
seghetto a mezzaluna
Sgon
sega a quattro mani
Sgrutar
franare
Sguazà
innaffiato
Simza
cimice
Sinò
altrimenti
Slangurizion
languore
Slenà
sfinito
Slungar
allungare
Smalvì
sbiadito
Smanarà
colpo di ascia
Smartlà
martellata
Smoia
ammollo
Smurzar
spegnere
Smustazà
sfacciato
Sofagh
afa
Somna
semina
Sotsira
all'imbrunire
Snaroc
ruga
Spagna
erba medica 
Spaldura
recipiente per il maiale
Spalpieri
ciglia
Spalton
argine
Spanì
fiorito, sbocciato
Sparagnar
risparmiare
Spardoz
pietra
Spars
asparago
Spatez
girello
Specc
specchio
Spcera
specchiera
Spigar
spigolare
Spigazà
sgualcito
Spigul
spigolo
Spingul
altalena
Spipaiar
stappare
Spipular
bisbigliare
Spiunar
spiare
Spoia
sfoglia
Sprocc
punta
Sptar
aspettare
Spudac
sputo
Sradura
serratura
Srnzar
risciacquare
Stampac
immobile
Stele
schegge di legno
Stimars
pavoneggiarsi
Stiz
brace
Stracanton
angoliera
Stramaz
materasso
Strafier
cosa di poco valore
Strapgar
trascinare
Strazz
straccio
Strena
filare vitigno
Strenga
laccio delle scarpe
Striflar
stritolare
Striga
strega
Strolica
zingara
Stropa
ramo di salice
Strupar
otturare
Strufai
straccio per lavare i piatti
Stufar
stancare
Stus
spinta
Sulfanin
fiammifero
Sugar
asciugare
Suora
strumento per scaldare il letto
Supiar
soffiare
Supon
bordeaux
surela
sorella
Surnaciar
russare
Sventula
colpo violento
Svers
rovescio


T
Tacar
cominciare
Tacheta
asola
Tafanari
deretano (senso negativo)
Tamplà
battere per fare rumore
Tampline
masserizie
Tamplon
detto di persona impacciata, frittella fatta con farina di castagne
Tarabusnar
cercare di fare qualcosa
Terina
zuppiera
tevad
tiepido
Tgniz
raffermo, tenace
Tiguline
fagiolini
Tirache
bretelle
Tivar
fango
Tlarina
ragnatela
Tocc
intingolo
Toch
pezzo
Traquac
sotterfugio
Tramac
tipo di rete da pesca
Trampan
imbranato
Travarsin
vitino da vespa
Trebia
trebbiatrice
Trifula
tartufo
Trivlin
succhiello (attrezzo del falegname)
Tron
tuono
Trufar
rovistare
Tucar
toccare
Tuciar
inzuppare il pane nel condimento
Tumana
poltrona
Tumara
parte superiore della scarpa
Tupinara
talpa


U
Ucaron
stupido
Ucet
occhiolino
Uchel
urlo
Uclon
urlatore
Umbrela
ombrello
Urdel
orlo
Usdal
ospedale
Usel
uccello
Uslina
erpice
Utobar
ottobre


V
Vampà
fiammata
Varsur
aratro
Varzarol
orzaiolo
Varulà
butterato
Vdar
fare le uova
Vdel
vitello
Vdocc
pidocchio
Vdogn
mela cotogna
Vecia
vecchia, befana
Vciaz
vecchiaccio
Vedar
vetro, vedere
Venar
venerdì
Verzar
aprire
Viaz
viaggio
Vivagn
orlo ai lati del tessuto
Vlar
sotterrare
Vsiga
vescica
Vsin
vicino
Vudar
vuotare
Vuladga
macchia bianca sulla pelle
Vulandra
aquilone


Z
Zal
giallo
Zampin
arnese per attizzare il fuoco
Zanche
trampoli
Zangiott
singhiozzo
Zaneta
bastone da passeggio
Zanin
persona poco fine
Zanziva
gengiva
Zapel
disordine
Zarieza
ciliegia
Zarlin
retino
Zavata
ciabatta
Zazara
folta chioma incolta
Zdora
massaia
Zengia
cintura
Zent
gente
Zerb
acerbo
Zest
cesto
Zeta
sala
Zida
ciglia
Zier
leggero
Ziese
rovi 
Zigar
piangere
Zìment
cemento
Zimza
cimice
Zinquantar
perdere tempo
Ziola
cipolla
Zirela
carrucola
Zizara
brina, galaverna
Zizula
giuggiola
Znar
gennaio
Zo
giù
Zoan
giovane (m)
Zobia
giovedì
Zocc
pezzo di legna
Zogh
gioco
Zovna
giovane (f)
Zozz
sporco
Zucar
campo di zucche
Zucon
testardo
Zueta
civetta
Zughin
giocattolo
Zugn
giugno
Zul
legaccio
Zupa
zuppa



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